Cicerone compera statue

Cicero Attico sal. Quod ad me de Hermathena scribis, mihi pergratum est. Est ornamentum Academiae proprium meae, quod et Hermes commune et Minerva singulare est insigne gymnasii. Quare, ut scribis, ceteris quoque rebus quam plurimis meum locum orna! Quae mihi antea signa misisti, ea nondum vidi; in Formiano sunt , quo ego nunc venire cogitabam. Omnia in Tusculanum deportabo. Caietam, si quando abundare incepero, ornabo. Libros tuos conserva et scito eos me meos facere posse. Quod si perficio , supero Crassum divitiis atque omnium vicos et prata contemno.

Cicerone saluta Attico. Ciò che tu mi scrivi a proposito dell'Ermatena mi è graditissimo. È un ornamento appropriato per la mia Accademia, poiché Ermete è comune e Minerva è distintivo specifico del ginnasio. Perciò, come scrivi, abbellisci anche con tutte le altre cose, quante più puoi, il mio spazio. Quelle statue che mi hai mandato prima, non le ho ancora viste; sono nella villa di Formia, dove ora pensavo di recarmi. Trasporterò ogni cosa nella villa di Tuscolo. Abbellirò Gaeta se un giorno comincerò ad averne in abbondanza. Conserva i tuoi libri e sappi che io posso farli miei. Se concludo questo, vinco in ricchezza Crasso e disprezzo poderi e campagne di tutti.

Nova Lexis Plus Pagina 112 Numero 111

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