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La longevità dei greci

Gorgias Leontinus, Isocratis et complurium magni ingenii virorum praeceptor, sua sententia felicissimus fuit: nam cum centesimum et septimum ageret annum, interrogatus quapropter tam diu vellet in vita remanere, «Quia nihil» inquit «habeo quod senectutem meam accusem». Quid isto tractu aetatis aut longius aut beatius? Biennio minor Xenophilus Chalcidensis Pythagoricus fuit, sed felicitate non inferior, si quidem, ut ait Aristoxenus musicus, omnis humani incommodi expers in summo perfectissimae doctrinae splendore exstinctus est. Arganthonius autem Gaditanus octoginta annis patriam suam rexit, cum ad imperium quadraginta annos natus accessisset. Cuius rei certi sunt auctores. Asinius etiam Pollio, in tertio historiarum suarum libro centum illum et triginta annos explevisse commemorat.

Gorgia di Lentini, precettore di Isocrate e di parecchi uomini di grande ingegno, fu felicissimo nel suo giudizio: infatti all’età di centosei anni, interrogato sul perché volesse rimanere in vita così a lungo, rispose: «Perché non ho nulla di cui incolpare la mia vecchiaia». Cosa c’è di più lungo e felice di quest’età della vita? Senofilo di Calcide, Pitagorico, fu di due anni più giovane, ma non inferiore quanto a fortuna, se davvero, come afferma il musicista Aristosseno, morì durante il massimo splendore della dottrina più ineccepibile, libero da ogni malattia umana. Argantonio di Cadice, invece, governò la sua patria per ottant’anni, dopo essere salito al potere a quarant’anni. Di tal fatto gli storici sono certi. Anche Asinio Pollione, nel terzo libro della sua opera storica, ricorda che quello raggiunse i centotrenta anni d’età.

Littera Litterae 2D Pagina 157 Numero 2 "Greci più che mai longevi"
Nova Lexis 2 pag.300 esercizio n.10

Gli anziani non temano la morte

O miserum senem qui mortem contemnendam esse in tam longa aetate non viderit! quae aut plane neglegenda est, si omnino exstinguit animum, aut etiam optanda, si aliquo eum deducit, ubi sit futurus aeternus; Quid igitur timeam, si aut non miser post mortem aut beatus etiam futurus sum? Quamquam quis est tam stultus, quamvis sit adulescens, cui sit exploratum se ad vesperum esse victurum? Quin etiam aetas illa multo pluris quam nostra casus mortis habet; facilius in morbos incidunt adulescentes, gravius aegrotant, tristius curantur. Itaque pauci veniunt ad senectutem; quod ni ita accideret, melius et prudentius viveretur. Mens enim et ratio et consilium in senibus est; qui si nulli fuissent, nullae omnino civitates fuissent. Sed redeo ad mortem impendentem. Quod est istud crimen senectutis, cum id ei videatis cum adulescentia esse commune? "At sperat adulescens diu se victurum, quod sperare idem senex non potest". Insipienter sperat. Quid enim stultius quam incerta pro certis habere, falsa pro veris? "At senex ne quod speret quidem habet". At est eo meliore condicione quam adulescens, quoniam id, quod ille sperat, hic consecutus est; ille vult diu vivere, cum hic diu iam vixerit.

Povero il vecchio, che non ha capito che in una esistenza così lunga la morte non deve essere deve essere disprezzata. Questa o deve essere completamente trascurata, se sopprime del tutto l'anima, oppure deve essere perfino desiderata, se la conduce in un qualche luogo in cui è destinata ad essere eterna; Pertanto che cosa dovrei temere, se dopo la morte sarò destinato o a non essere infelice o ad essere felice? Chi è tanto stolto da essere sicuro, anche se è giovane, che vivrà fino a tarda età? Ché anzi quella età ha di gran lunga più possibilità di morte che la nostra: i giovani prendono imbattono in malattie più facilmente, più gravemente si ammalano, con più difficoltà sono curati. Ma ritorno alla morte che minaccia: che difetto è questa della vecchiaia, se vi sembra che sia in comune con la gioventù? "Eppure il giovane spera di vivere a lungo, mentre il vecchio non può sperare la stessa cosa". Lo spera irragionevolmente: cosa c'è infatti di più sciocco che dare per certo ciò che è incerto, dare per vere cose false? "Ma il vecchio non ha neppure qualcosa in cui sperare". Eppure egli si trova in una condizione migliore rispetto a quella del giovane, poiché ciò che questo spera, lui l'ha già ottenuto: quello vuol vivere a lungo, mentre lui ha già vissuto a lungo.

Littera Litterae (2D) Pagina 156 Numero 1
Nova Lexis 2 Pagina 298-299 Numero 6

Versioni Littera Litterae 2D

Pag+Num+Titolo Autore
13 I giochi e gli spettacoli dell'imperatore Domiziano Svetonio
21 1 Nerone dà spettacolo Svetonio
22 2 Elogio del filosofo Eufrate Plinio il Giovane
22 3 Popilio e Antioco Valerio Massimo
23 4 Gli spettacoli offerti dall'imperatore Augusto Augusto
24 5 Plinio il Giovane ricorda una sua orazione in difesa di Giulio Basso Plinio il Giovane
24 6 Lo stratagemma di Calvisio Sabino Seneca
25 7 Le doti del cittadino esemplare Cicerone
25 8 Una lettera a Terenzia e Tullia Cicerone
26 10 Volumnio e Lucullo, due veri amici Valerio Massimo
26 9 Il terrore per l'eruzione del Vesuvio Plinio il Giovane
34 1 I ludi spettacolari del 186 a. C. Livio
37 2 Il tifo per le corse dei cocchi Plinio il Giovane
40 3 Gravi incidenti all'anfiteatro di Pompei Tacito
42 4 Commodo, un imperatore-gladiatore
53 Cicerone parte per l'esilio Cicerone
59 1 Le interrogazioni frequenti sviluppano il senso critico Quintiliano
60 2 Una burrasca danneggia la flotta di Cesare Cesare
60 3 Gli Ateniesi chiedono aiuto a Sparta contro i Persiani Cornelio Nepote
61 5 L'imperturbabilità del saggio Seneca
62 6 Lettera di Cicerone a Papirio Cicerone
62 7 Annibale diviene capro espiatorio dei Cartaginesi Livio
62 8 Rimpianto per l'educazione antica Quintiliano
70 1 Viaggiare per le vie e le piazze di Roma Plauto
73 2 Sulla via Appia, in viaggio verso Brindisi Orazio
85 I libri di Nerone Svetonio
90 1 Filosofia e virtù Seneca
91 3 I Romani costringono i Venelli alla battaglia Cesare
92 4 Come scegliere tra Cesare e Pompeo (Celio epistola XV)
92 5 Cesare promette aiuto ai Galli contro i Germani Cesare
107 5 L'ubriachezza del re Cambise Seneca
109 5 Cesare propone di abolire la pena di morte Sallustio
111 Gli spettacoli teatrali (Diomede)
117 1 I pompeiani attaccati dai cesariani Cesare
118 2 Una condanna all'esilio molto discutibile Cornelio Nepote
118 3 Annibale attacca Sagunto e viene ferito Livio
119 5 Manovre politiche di Clodio contro Milone Cicerone
120 6 Inizi della guerra civile tra Mario e Silla Eutropio
120 8 Il tribuno Gaio Gracco parla in senato Gellio
127 1 Devono rimanere in vigore i provvedimenti di Cesare Cicerone
128 2 Le donne ottengono di non abbandonare Avarico Cesare
128 3 Esortazione di Popilio Lenate alle truppe Livio
129 4 I Liguri cercano di prendere tempo Livio
129 5 Bocco è convinto da Silla a far pace con i Romani Sallustio
130 6 Crudeltà e ambizione di galba Svetonio
136 1 Disordini a teatro con morti e feriti Tacito
140 2 L'ossessione di un avaro Plauto
144 3 Due opposti metodi educativi Terenzio
151 Cicerone parte per l'esilio Cicerone
156 1 Gli anziani non temano la morte Cicerone
157 2 Greci più che mai longevi Valerio Massimo
157 3 Lelio, commosso, ricorda Scipione Cicerone
158 4 Non tutti sappiamo essere grati Seneca
158 5 Cicerone scrive all'ex schiavo Tirone ammalato Cicerone
158 6 La patria è nostra madre comune Cicerone
160 5 Arriva a Roma la notizia della ribellione dell'Etruria Livio
166 6 Un esempio della clemenza di Alessandro Magno Curzio Rufo
166 7 Cicerone in esilio scrive ai famigliari (Durazzo, 58 a.C.) Cicerone
169 Cicerone saluta Attico Cicerone
177 1 Condotta di vita di Seneca Seneca
177 2 Lucio Emilio Paolo rimprovera Perseo Livio
178 3 Catone il Vecchio parla della vecchiaia Cicerone
178 4 Elogio di Pompeo Cicerone
178 5 Furbizia degli arùspici Cicerone
184 1 Fiera risposta a Cesare da parte degli ambasciatori elvezi Cesare
185 2 Neutralità dei Marsigliesi Cesare
185 3 Nobile testamente spirituale di Socrate Cicerone
186 5 Cesare galvanizza i suoi uomini Cesare
204 5 La morte è una prova per i grandi uomini Seneca
206 4 Gli dèi inviano segni infausti Tacito
207 1 Un furto fallito di Verre ad Agrigento Cicerone
207 2 Roma in festa dopo la vittoria del Metauro Livio
208 3 Ai Romani vengono a mancare le navi Cesare
208 5 Una riflessione sull'ingratitudine Seneca
209 6 Il tribuno della plebe Memmio parla in assemblea Sallustio
209 7 Il trascendente secondo alcuni filosofi Cicerone
210 10 Anche gli schiavi sono uomini Seneca
210 9 Gli scritti degli epicurei, secondo Cicerone Cicerone
211 11 Il senso delle sventure per i buoni Seneca
211 12 Trimalcione, un liberto arricchito dall'animo rozzo Petronio
274 3 Un console eroico, Marco Rege Valerio Massimo