Seneca "Quaestiones Naturales" Libro VII,25 - Versione di Maturità del 2003

Multa sunt quae esse concedimus; qualia sunt? ignoramus. Habere nos animum cuius imperio et impellimur et reuocamur omnes fatebuntur; quid tamen sit animus ille rector dominusque nostri non magis tibi quisquam expediet quam ubi sit. Alius illum dicet spiritum esse alius concentum quendam alius uim diuinam et dei partem alius tenuissimum animae alius incorporalem potentiam; non deerit qui sanguinem dicat qui calorem. Adeo animo non potest liquere de ceteris rebus ut adhuc ipse se quaerat. Quid ergo miramur cometas tam rarum mundi spectaculum nondum teneri legibus certis nec initia illorum finesque notecere quorum ex ingentibus interuallis recursus est? Nondum sunt anni mille quingenti ex quo Graecia stellis numeros et nomina fecit multaeque hodie sunt gentes quae facie tantum nouerunt caelum quae nondum sciunt cur luna deficiat quare obumbretur. Haec apud nos quoque nuper ratio ad certum perduxit. Veniet tempus quo ista quae nunc latent in lucem dies extrahat et longioris aeui diligentia. Ad inquisitionem tantorum aetas una non sufficit ut tota caelo uacet; quid quod tam paucos annos inter studia ac uitia non aequa portione diuidimus? Itaque per successiones ista longas explicabuntur. Veniet tempus quo posteri nostri tam aperta nos nescisse mirentur.

Sono molte le cose di cui ammettiamo l'esistenza; di che natura siano, non lo sappiamo. Tutti ammetteranno che noi abbiamo un animo dal cui comando siamo spinti ad agire e ne siamo richiamati; cosa tuttavia sia quell'animo che ci regge e ci governa nessuno riuscirà a spiegartelo più di quanto sia riuscito a spiegare dove sia. Qualcuno affermerà che sia spirito, altri una sorta di armonia, altri ancora un'energia divina ed una parte di dio, altri l'elemento più sottile dell'anima, altri ancora una potenza senza corpo; non mancherà chi lo definisca sangue e chi calore; tanto l'animo non può avere una visione sul resto, che è ancora in cerca di se stesso. Perchè dunque dovremmo stupirci che le comete, spettacolo così raro del cielo, non siano ancora soggette a leggi definite e non siano noti l'inizio e la fine del loro corso, il cui ritorno avviene dopo grandi intervalli di tempo? Non sono ancora passati 1500 anni da che la Grecia "nomi diede e contò le stelle" e molti sono i popoli che oggi conoscono il cielo soltanto per l'aspetto, che non sanno ancora perchè la luna sparisca ( nell'eclissi ) e perchè si oscuri ( nelle fasi ). Ed anche presso di noi non è molto che la conoscenza scientifica ha stabilito con certezza questi fatti. Verrà il momento in cui il tempo trarrà alla luce questi misteri che per ora rimangono nascosti, assieme allo studio che un periodo di tempo più lungo permetterà. Una sola vita, ammesso che sia dedicata interamente allo studio del cielo, non è sufficiente ad investigare misteri tanto profondi; e che dire del fatto che non abbiamo diviso questi così pochi anni equamente fra studi e vane occupazioni? Questi fatti verranno spiegati attraverso lunghe successioni ( di studiosi ). Verrà un momento in cui i nostri discendenti si meraviglieranno che noi non conoscessimo fatti così evidenti.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.