Omnibus constat Athenas pulcherrimam et nobilissimam Graecarum civitatum fuisse, magistram sapientiae et omnium artium. Historici narrant antiquìtus Solonem, virum omnium Atheniensium sapientissimum, leges civitati dedisse, quibus civitas diu recta est. Multi cives, tamen, Solonem parum sapienter leges scripsisse putabant, quod nullum supplicium constituerat in eum qui parentem necavisset. Solon respondit se tale scelus neminem facturum esse putavisse. Verba Solonis probata sunt et omnes putabant eum sapientius quam ineptius fecisse quod nullam poenam constituerat de scelere quod antea commissum non erat. Romani tamen leges prudentius quam Graeci fecerunt! Nam, cum intellegerent homini malo ac pravo nihil esse tam sanctum ut violari non possit ira vel cupiditate, gravissimum et crudelissimum supplicium in parricidas excogitaverunt, ut magnitudo poenae a scelere summovere homines qui a legibus naturae in officio retineri non poterant. Ita maiores nostri parricidas insui voluerunt in culleum vivos atque ita in flumen deici.
A tutti risulta che Atene fosse stata la più bella e nobile delle città greche, maestra di sapienza e di ogni arte. Gli storici raccontano che fin dall’antichità Solone l’uomo più saggio fra tutti gli Ateniesi, avesse dato delle leggi alla città, dalle quali a lungo fu governata la cittadinanza. Molti cittadini tuttavia, ritenevano che Solone avesse scritto poco saggiamente le leggi, poiché non aveva stabilito nessuna pena contro coloro che avessero ucciso il padre. Solone rispose che riteneva che nessuno avrebbbe compiuto un tale delitto. Le parole di Solone furono approvate e tutti ritenevano che egli avesse agito più saggiamente che in modo inefficace, poiché non aveva stabilito niente su un delitto che precedentemente non era stato commesso. I Romani tuttavia predisposero le leggi in modo più saggio dei Greci! Infatti siccome intesero che per un uomo malvagio e disonesto nulla era tanto sacro da non poter essere violato per ira o per avidità, escogitarono una punizione molto pesante e crudele contro i parricidi, in modo che l’enormità del castigo tenesse lontano dal delitto gli uomini che non potevano essere trattenuti nel loro dovere dalle leggi della natura. Così i nostri avi vollero che i parricidi fossero chiusi vivi dentro un sacco con serpi e in tal modo gettati nel fiume.
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